La chiesa parrocchiale di Santo Stefano protomartire sorge lungo la via Maestra, nel cuore dell’abitato di Novalesa. L’edificio, citato a partire dal XIII secolo, fu riedificato nelle forme attuali nel 1684.

L’interno si presenta a navata unica con volte a botte, conclusa da un’abside poligonale. Una serie di lesene disegnano tre campate e separano la navata dall’area presbiteriale. Quest’ultima è dominata dall’altare marmoreo settecentesco, al di là del quale è presente, sulla parete di fondo, il bel retable ligneo opera tardo seicentesca realizzata da maestranze lombardo piemontesi. Sul retable campeggia lo stemma dell’abate Giovanni Battista Isnardi de Castello di Caraglio, commendatario di Novalesa tra il 1685 e il 1728. La struttura è inoltre dominata, al centro, dal dipinto raffigurante il Martirio di Santo Stefano assegnato ai modi di Sebastiano Taricco. Sempre nell’area absidale è conservata, in una nicchia posta sul lato sinistro, l’urna reliquiario di Sant’Eldrado, prezioso manufatto in argento realizzato da un argentiere mosano-renano databile alla fine del XII secolo e assimilabile a opere analoghe conservate presso il Tesoro dell’Abbazia di St. Maurice d’Agaune, in Svizzera. Sulla cassa sono raffigurati S. Pietro, S. Eldrado, la Vergine e gli Apostoli.

La navata è dominata in alto dal bel Crocifisso ligneo databile alla fine del XV secolo e assimilabile agli analoghi manufatti conservati presso la Cattedrale di San Giusto e le parrocchiali di Venaus e Bussoleno. La chiesa è impreziosita da un notevole apparato pittorico: al di sopra dell’altare laterale destro è collocato il polittico raffigurante la Natività con i SS. Arnulfo e Eldrado che presenta il committente (un esponente della famiglia Provana) e, in alto, la Resurrezione con i SS. Pietro e Paolo, assegnato ad Antoine de Lonhy e databile al terzo quarto del Quattrocento; a ridosso del presbiterio, a sinistra, la Deposizione attribuita alla bottega cremonese di Giulio Campi e l’Adorazione dei Magi, copia di scuola del Rubens prodotta in ambito tedesco; in corrispondenza di quest’ultima, sul lato destro del presbiterio, è presente l’Adorazione dei pastori di François Lemoyne (1721), la Crocifissione di San Pietro, copia antica dell’originale caravaggesco (1601) e la Deposizione dalla Croce, replica da un originale di Dirk van Baburen (post 1617). Questi ultimi cinque dipinti furono tratti dai depositi del Musée Napoleon (futuro Louvre) e donati da Napoleone Bonaparte all’Ospizio del Moncenisio, quindi successivamente trasferiti dapprima all’Abbazia di Novalesa e poi presso la parrocchiale.
