VITTORE GRUBICY DE DRAGON (Milano, 1851-1920), Il cimitero di Ganna, 1894, olio su tela, 32,2 x 50,8 cm, Verbania, Museo del Paesaggio.

“Un recinto immerso nel verde, chiuso da un basso muretto bianco a cui si addossano poche cappelle di famiglia, simili a case in miniatura: il cimitero di Ganna nella valle varesina, accanto all’omonimo lago, suggerisce ancora oggi pensieri non di morte ma di pace, di una serenità appena off uscata dalla malinconia. Per Grubicy non si trattava di un soggetto aneddotico. Il 30 novembre 1894 era scomparso a cinquantun anni, a Ganna dove era nato, l’amico Giuseppe Grandi, il grande scultore scapigliato, autore del Monumento alle Cinque Giornate di Milano. Grubicy, che era legato a lui fi n dalla giovinezza, era giunto nel paese per i funerali. Scrive lui stesso sul telaio del quadro: “Studio dal vero fatto a Ganna (i giorni successivi al funerale di Grandi) successivamente ripreso per offrirlo al Museo del Paesaggio di Pallanza” (V. Grubicy, ora in Vittore Grubicy De Dragon 2005, p. 123). Nonostante il titolo, il camposanto non è il vero soggetto della composizione. Al centro, in tutti i sensi, è la natura: una natura elegiaca, colta nel declinare precoce di una giornata invernale, che diventa simbolo del declinare della giornata terrena. La striscia mitemente azzurra del lago si allunga sghemba fino al primo piano. Alle sue vaghe diagonali si contrappone l’incurvarsi dell’ombra, mentre le colline più alte raccolgono l’ultimo sole del giorno. La solitudine del luogo, ma anche i toni introversi dei colori, evocano un raccoglimento commosso, non drammatico. Non a caso, come confessa ancora Grubicy, dall’opera nascerà il quadro Che pace a Ganna, ora alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, dove l’artista riprende lo stesso paesaggio, togliendo però l’immagine del cimitero”.

Elena Pontiggia

Di Claudio Bollentini

Presidente di Monastica Novaliciensia Sancti Benedicti - https://www.linkedin.com/in/claudiobollentini/