Il sentiero dei Principi parte dalla frazione Bertassi, al confine tra Avigliana e Sant’Ambrogio di Torino. La borgata è infatti divisa a metà tra i due comuni, con la Chiesa su territorio aviglianese e la piazza antistante su quello di Sant’Ambrogio. L’origine di tale singolarietà amministrativa risale al Medioevo, quando l’antica Via di Francia era un’importante arteria commerciale sulla riva destra della Dora Riparia e da queste poche case transitavano pellegrini e mercanti, soldati e nobili. Poco distante da qui si trovava la stazione di pedaggio di origine romana e probabilmente Bertassi ne condivise i privilegi e le caratteristiche “sovra comunali”.

Per percorrere il Sentiero dei Principi, dalla piazza principale della frazione si può risalire a piedi in direzione della montagna , passando di fronte alla chiesa e imboccando Via Mortera.

Si inizia a salire in un bosco misto di latifoglie, con ciliegi, robinie, frassini, lasciandosi alle spalle l’ampio fondovalle. Il sentiero si restringe progressivamente. Poco dopo, scavalca il letto del Rio Fico, che segna l’ingresso nell’area dei Laghi di Avigliana.

Da qui il sentiero inizia ad inerpicarsi in modo più deciso .

Nel sottobosco si intravedono numerosi massi erratici, a testimoniare il passaggio dal fondovalle alluvionale di Bertassi ai depositi glaciali, trasportati fin qui dal ghiacciaio valsusino che, circa 20.000 anni fa, diede origine anche ai Laghi di Avigliana.

Continuando la salita, il bosco cambia di nuovo: avvicinandosi a borgata Mortera , i faggi furono tagliati e sostituiti nell’antichità dai castagni, più utili ai borghigiani. Lungo il tracciato, qualche muretto a secco, che ancora regge i terrazzamenti un tempo coltivati.

Il Sentiero dei Principi sbuca infine sulla strada provinciale del Colle Braida, che sale dai Laghi di Avigliana. Si arriva all’ingresso della borgata Mortera. Qui, numerosi cartelli evidenziano l’importanza storica della frazione: il 6 aprile 1944 essa fu infatti teatro di un cruento scontro tra le truppe naziste e un piccolo gruppo di partigiani, in cui perse la vita anche la proprietaria dell’Osteria locale, mentre in tempi più antichi, la Storia pone proprio qui l’inizio del percorso utilizzato nel 1836 per il trasporto delle salme reali alla Sacra di San Michele, da cui il nome del sentiero. Queste, provenienti dai sotterranei del Duomo di Torino e trasportate a spalle da giovani montanari assoldati a Giaveno, secondo le intenzioni del Re Carlo Alberto dovevano dare lustro alla Sacra di San Michele e riportarla all’antico splendore dopo secoli di abbandono.

Occorre inoltrarsi nella borgata e , passando davanti all’Osteria del Pellegrino, proseguire diritto in mezzo alle case. Si prosegue verso Cascina Pogolotti e si raggiunge “ Pian dij Fan” a 695 m.s.l.m.

Da Pian dij Fan il sentiero sale ripido per pochi tornanti, su un terreno caratterizzato da boscaglia, tra le cui radici affiorano le serpentiniti che formano l’ossatura del Monte Pirchiriano, e che erano estratte sino a poco tempo fa, nelle cave di fondovalle di Sant’Ambrogio.

Poco dopo il sentiero sbuca sul Colletto del Farò, il punto più elevato del percorso. Da lì si gode di una visuale magnifica: di fronte sbuca improvvisamente la Sacra di San Michele, incorniciata in uno sfondo di montagne. L’ampia visuale fa sì che probabilmente questo passo fosse utilizzato un tempo per l’accensione di fuochi (falò) per le segnalazioni su lunghe distanze, da cui il nome.

Dopo il Colletto il Sentiero dei Principi diventa una pista ampia e molto battuta. Attraversa una zona a predominanza di pino silvestre e roverella, che lasciano poi il posto a faggi e castagni, fino al Colle della Croce Nera ( 861 m s.l.m.), dal quale si sale verso la Sacra di San Michele.

Tratto da: Sui sentieri della Sacra di San Michele – B. Rizzioli-G.Boschis-F.Ferzini

Di Emerenziana Bugnone

Socia Monastica Novaliciensia Sancti Benedicti, volontaria culturale e accompagnatrice.