La Via Francigena ( chiamata anche Via Francisca o Romea) era la strada “per Roma”, quella che aveva il ruolo di condurre i pellegrini in una delle tre mete fondamentali della cristianità Roma appunto, dove si trovava la tomba di San Pietro. Le altre due erano Santiago di Compostela e Gerusalemme.

Già Dante Alighieri, nella “ Via Nova”( XL,24) indicò nei fedeli che si recavano a Santiago di Compostela i “ Pellegrini” nel vero senso della parola, mentre quelli diretti a Roma erano i “ Romei” e quelli a Gerusalemme i “ Palmieri”.

L’origine della Via Francigena viene posta in relazione al pellegrinaggio. Da parte di numerosi studiosi viene indicato il viaggio dell’arcivescovo di Canterbury, Sigerico, come una specie di “inaugurazione” della Via Francigena: era il 990 e di fatto si ufficializzava l’ingresso nella storia di quella importante strada.

L’itinerario seguito da Sigerico ( 1600 chilometri percorsi in 79 giorni), è indicato da Calais a Roma e attraversa la Francia per poi passare in Svizzera e valicare le Alpi al Gran San Bernardo.

Se questo percorso da molti è considerato l’itinerario ufficiale della Via Francigena, non bisogna dimenticare che vi sono documenti medievali che spostano l’itinerario in direzione di altri valichi ( Moncenisio e Monginevro) che di fatto escludono la Svizzera, indirizzando l’itinerario lungo la Valle di Susa.

A questa rilevante variante se ne aggiunge una serie di nuove, che sono sostenute da fonti importanti: per esempio il Chronicon Novalicense (XII secolo).

La prima traccia riferibile alla Via Francigena risale al 725 : si tratta dell’”Iter Francorum” e indicato nell’Itinerarium Sancti Willibaldi”. La definizione più antica di Via Francigena è rinvenibile nell’Actum Clusio, una pergamena dell’ 876, conservata nell’Abbazia di San Salvatore al Monte Amiata.

Comunque si tratta di una strada ( o strade) che non fu esclusivo dominio dei pellegrini, che non ebbe solo quell’aura sacrale oggi enfatizzata, ma fu infatti inserita in una maglia viaria percorsa da ogni tipo di viaggiatori, commercianti, soldati e briganti.

Insomma ci troviamo al cospetto di percorsi polifunzionali, contrassegnati dal transito di persone che si muovevano con intenzioni e metodi molto diversi tra loro.

La definizione Via Francigena è stata utilizzata per indicare la sua provenienza, dal paese dei “ Franchi”, spesso senza distinzioni precise sull’articolazione dell’itinerario, in particolare per quanto riguarda il tratto che coinvolge l’area alpina, soprattutto in riferimento alla Valle di Susa, dove i valichi per superare le montagne erano il Monginevro ( 1850 m.) e il Moncenisio ( 2083 m.): il primo adottato dai tempi più antichi e che prevedeva due percorsi diversi, almeno per un certo tratto. Questa mancanza di “ fissità” della Via Francigena fu anche determinata dall’antropizzazione che determinava il cambiamento della struttura viaria primitiva. Le vie di pellegrinaggio nel medioevo, si servivano spesso di strade consolari romane, quindi già note e frequentate; alla fine dell’Impero e con il sopraggiungere delle invasioni barbariche, queste strade furono modificate rispondendo a necessità di ordine pratico, non direttamente finalizzato al pellegrinaggio.

Nella sostanza si può quindi affermare che “ non esiste dunque un criterio univoco per chiarire quale meccanismo presiedesse al collegamento fra un nome e una strada. La duplice oscillante denominazione di via Romea e di Via Francigena applicata alla stessa realtà stradale ha, soprattutto in passato, indotto gli studiosi a giudicare la meta del viaggio come fondamentale in quelle designazioni e a ritenere che sorgesse spontaneo chiamare Romee quelle strade percorse in direzione opposta.

Orientamenti più recenti , valorizzano invece la funzione determinante delle persone che percorrevano la strada: Via Romea significa Via dei Romei, corrispondente alla Via Pellerina. L’indubbia equivalenza dei due attributi di nazionalità Franci e Francigenae deve indurre ad assegnare a Via Francigena il significato di via percorsa da quelli che sono nati in Francia, perfettamente equivalente al più esplicito Strata Francigenarum di cui non mancano attestazioni “. ( G. Sergi, 1981, pagg. 25-26)

Tratto da: La Via Francigena – Massimo Centini

Di Emerenziana Bugnone

Socia Monastica Novaliciensia Sancti Benedicti, volontaria culturale e accompagnatrice.