Dopo le guerre puniche, nel II secolo a.C., nelle Alpi occidentali (l’attuale aerea delle Alpi Cozie) si formò il regno celto-ligure dei Cozii che, grazie ad un’oculata politica di alleanza con Roma, riuscì a conservare la propria indipendenza fino all’età augustea, quando la popolazione era ormai romanizzata.
Il regno comprendeva le valli di Susa, Chisone e Pellice, la Savoia, le Alte Alpi e il Delfinato, raggruppando diverse tribù.
La capitale del regno era Segusio (l’attuale Susa), ma è probabile che all’inizio la capitale fosse l’oppidum di Excingomagus (probabilmente l’attuale Exilles), più interna e facilmente proteggibile. Un altro sito importante era l’oppidum chiamato Ocelum (presso l’attuale Avigliana), punto di scambio presso il limes che separava il Regno dei Cozii, dai territori controllati direttamente dai Romani.
L’incredibile longevità di un regno indipendente, in una situazione generale dove la potenza romana occupava e sottometteva tutti i popoli che incontrava, nasce da considerazioni di opportunità fatte dai Romani e i Cozii: i Cozii conoscevano la potenza militare romana e sapevano che fine avevano fatto le tribù che le si erano opposte, i Romani conoscevano le tribolazioni che avrebbero subito nel combattere i Liguri in ambiente montano e avevano bisogno di una via di comunicazione sicura per completare la conquista della Gallia e mantenerne il controllo.
Poco prima dell’impresa della Spagna (61 a.C.), Cesare si accordò con il Re Ligure Donno, garantendosi il transito indisturbato delle proprie truppe. Si creò così un’alleanza che permise ai Cozii di prosperare, sia grazie al commercio transalpino, sia grazie agli ampliamenti territoriali che i Romani donarono dopo la sconfitta di tribù nemiche confinanti.
Alla morte di Cesare, dopo un periodo di distanza, l’alleanza con Cesare Augusto venne rinsaldata dal figlio di Donno, Cozio. Per celebrare l’occasione venne realizzato, in onore di Augusto, un arco di trionfo a Segusio (9-8 a.C.), visibile ancora oggi, su cui son incisi i nomi delle tribù che componevano il regno: Segovii, Segusini, Belaci, Caturigi, Medulli, Tebavii, Adanates, Savincates, Ectini, Veamini, Venisani, Iemerii, Vesubiani e Quarati.
L’accordo prevedeva anche la modifica dell’estensione del dominio di Cozio, il quale perse una parte del versante francese. In onore di Cozio, le montagne della regione vennero chiamate Alpi Cozie.
Alla morte di Cozio, succedette il figlio Donno II, a cui succedette il nipote Cozio II. Quest’ultimo, che regnerà a lungo, aumenterà il territorio amministrato dal nonno, grazie a doni territoriali concessi dall’Imperatore Claudio.
Dal I sec. a.C., la Val di Susa fu attraversata dalla Via delle Gallie, che terminava nello strategico Mons Matrona (l’attuale Monginevro), uno dei tre valichi utilizzabili in antico per raggiungere la Gallia.
I regnanti cozii sono stati visti molto positivamente dalle tribù celto-liguri alpine, come esempio di governo giusto e previdente. Nel IV sec. d.C. la tomba di Cozio era ancora venerata mentre, addirittura nel medioevo, Donno era venerato come un santo.
Il regno fu completamente inglobato nell’Impero romano solo al tempo di Nerone.
Integrazione nell’Impero Romano
All’inizio i Romani considerarono il Regno dei Cozii, un protettorato autonomo. Successivamente, per meglio integrare il regno nel sistema politico romano, concedettero il titolo di praefectus e la cittadinanza romana a Cozio (9-8 a.C.), che assunse il nome di Marcus Iulius Cottius. Divenne pertanto un misto di re/prefetto romano.
I successori di Cozio, Donno II e Cozio II ereditarono la carica di re/prefetto.
Con la morte di Cozio II (63 d.C.), in assenza di eredi, Nerone costituì la provincia (Svet., Nero, 18).
Verso la fine del III secolo, con la riforma dioclezianea, la provincia subì consistenti modifiche territoriali: perse in particolare i territori del versante occidentale delle Alpi a favore delle vicine Alpi Marittime, ma in compenso acquisì gran parte della Liguria e del Piemonte.
(Fonte: Wikipedia)
Foto: Arco romano di Susa