tagliere di formaggi e salumi rappresentativo della merenda sinoira piemontese

Il Piemonte in ambito enogastronomico è, come noto, un’eccellenza mondiale. Materie prime uniche per qualità, preparazioni originali, ristorazione che unisce sempre di più tradizione e competenza fanno di questo territorio una tappa irrinunciabile per il gourmet. Tra le tante abitudini culinarie incuriosisce la merenda sinoira. Si tratta di un robusto spuntino che in passato i contadini erano soliti fare prima della cena soprattutto nel periodo della vendemmia, per poter continuare a lavorare fino a tardi nei campi. Il nome deriva da “sina”, la cena in dialetto piemontese.

Gli alimenti più frequenti erano: pane, salame, formaggio, frittate e la soma d’aj, il tutto accompagnato da un vino di produzione propria. Ma ogni territorio del Piemonte aveva le sue tipicità con l’unico limite dettato dalla fantasia.

Nel secolo passato, questo costume si diffuse via via anche nella classi più abbienti delle campagne, per raggiungere poi quelle cittadine. Infatti la merenda sinoira iniziò a essere proposta la domenica nel tardo pomeriggio nelle case di villeggiatura in campagna e venne praticata soprattutto in estate, all’aperto, sotto i pergolati, quando si ricevevano degli ospiti. Si trattava di un buffet, consumato prevalentemente in piedi, di antipasti freschi sia di origine borghese sia di origine contadina, come la carne e le zucchine in carpione, le acciughe al verde e al rosso, il vitello tonnato, l’insalata russa, la capricciosa, ecc. In tanti casi era possibile trovare pure i dolci della migliore tradizione piemontese.

Negli ultimi anni la merenda sinoira si è trasformata in una intrigante e divertente alternativa alla cena in ristorante o in agriturismo, è diventata l’aperitivo modaiolo in città, va per la maggiore fra i giovani e in molti casi ha assunto il nuovo connotato di “apericena” che ricorda l’happy hour milanese. Il successo di questa forma di ristorazione è dovuto alla sua versatilità e ai prezzi più contenuti con i quali è possibile consumare una quantità di cibo paragonabile ad una cena.

Anche in questo caso i piatti proposti vengono serviti a buffet e spesso i consumatori rimangono in piedi con il proprio piatto a chiacchierare. In estate, ovunque sia possibile, questo rito viene consumato all’aperto, ritornando così alla usanza iniziale.

Di Claudio Bollentini

Presidente di Monastica Novaliciensia Sancti Benedicti - https://www.linkedin.com/in/claudiobollentini/

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