Nel 1798 Re dedicò la sua ricerca all’origine e alla cura delle febbri malariche diffuse nella Valle di Susa dall’invasione francese del 1798; nel 1803 venne chiamato a far parte del comitato del vaccino di Susa, organismo creato da Napoleone per diffondere la pratica della vaccinazione contro il vaiolo.

C’è un luogo all’Università di Torino in cui è racchiusa tutta tutta la vegetazione della Valle di Susa: l’erbario del botanico condovese Giovanni Francesco Re, che conta oltre seimila specie catalogate, aggiornate all’inizio dell’Ottocento. L’opera principale del naturalista valsusino, uno dei più valenti botanici vissuti tra XVIII e XIX secolo, è il FLORA SEGUSIENSIS ( da Segusium, nome latino di Susa), frutto delle ricerche sul campo dello scienziato e di un certosino, faticosissimo lavoro di catalogazione. Originario di Condove, cittadina in cui una lapide sul muro di un edificio avverte il passante che “ nacque e studiò in questa casa il medico Giovanni Francesco Re illustratore della flora di Val di Susa”, Re si appassionò allo studio delle scienze naturali e, in particolare, della botanica mentre frequentava la facoltà di medicina dell’ateneo torinese. Laureatosi nel 1797, a 24 anni, cominciò a esercitare la professione a Susa, dove fu anche nominato protomedico, cioè funzionario addetto all’esame di medici e speziali.

La vita di medico di montagna non era congeniale a Re: per contrasti con alcune congregazioni di carità, lasciò però ben presto l’incarico clinico e si concentrò sulla botanica medicinale; in questi anni ebbe inizio la sua attività di raccolta di esemplari della flora locale con cui, nel tempo, costituì un erbario ricco di migliaia di specie, nucleo di quello oggi custodito all’Università di Torino. Armato di bastone, coltello e sacchetti di tela per riporre le piante rare, Re percorse in lungo e in largo la Valle di Susa, salendo anche in quota su monti come il Musinè, il Rocciamelone e lo Chaberton. Risultato di queste sue escursioni fu il catalogo delle specie vegetali contenuto nella FLORA SEGUSIENSIS (1805). All’opera capostipite della sua produzione fecero poi seguito una serie di Appendici ALLA FLORA PEDEMONTANA di Carlo Allioni, altro celebre botanico piemontese del Settecento, e uno studio sulla FLORA TORINESE. Re fu poi insegnante nei collegi di Carignano e di Mondovì, fino a che, nel 1818, la Scuola di Veterinaria, da poco ricostituitasi a Venaria Reale, lo reclamò come docente di botanica, chimica e materia medica. Si spense nel 1833, logorato dalla fatica degli studi che , fino alla fine dei suoi giorni, continuò a condurre sul campo.

Tratto da: Torino Storia – Silvia Cavallero

Di Emerenziana Bugnone

Socia Monastica Novaliciensia Sancti Benedicti, volontaria culturale e accompagnatrice.

Lascia un commento