Le paste di meliga sono dei deliziosi biscotti della cucina tradizionale piemontese. La meliga in dialetto piemontese è infatti il granoturco, e questa ricetta è citata da Giovanni Vialardi nel suo ricettario del 1854.
Il granoturco, che si racconta sia stato diffuso in Piemonte all’epoca delle grandi carestie del XVI secolo da San Carlo Borromeo, ha rapidamente avuto diffusione e popolarità, ed è stato utilizzato non soltanto per la polenta, ma anche per i dolci, uso che dura tutt’ora. La farina utilizzata in questo caso è il tipo denominato “fioretto”, cioè farina gialla finissima, possibilmente macinata di fresco.
La ricetta che vi propongo, è quella originale del 1854, chiamate dal Vialardi “michette frolle di pasta di meliga alla piemontese”, si tratta di biscotti friabilissimi, che hanno una preparazione simile a quella della frolla montata. Sono perfetti con il tè, ma anche da sgranocchiare a fine pasto accompagnati da un buon vino passito.
Ingredienti:
- 400 g di farina di mais fioretto
- 200 g di zucchero
- q.b. buccia di limone grattugiata
- 300 g burro
- 4 uova
Preparazione:
Per preparare le paste di meliga mescolate la farina di mais fioretto (che deve essere setacciata), con il burro morbido (la consistenza deve essere quella cosiddetta “pomata”), lo zucchero, i rossi di tre uova che avrete preventivamente fatto rassodare, e l’uovo intero. Aromatizzate con un po’ di buccia di limone grattugiata e impastate fino ad ottenere un impasto morbido.
Riempite con il composto una sac a poche con bocchetta rigata e formate delle ciambelline ( michette, come le chiama Vialardi) su una teglia rivestita di carta forno. Questa operazione richiede un po’ di abilità nell’uso della sac a poche, in alternativa potete utilizzare una spara biscotti, anche se la forma non sarà quella tradizionale.
Cuocete le paste di meliga in forno a 175° per 15/16 minuti, non devono scurire troppo, ma devono rimanere di un bel giallo vivo con i bordi appena più colorati.
Una volta freddi potete conservarli in una scatola per biscotti: il giorno dopo sono ancora più buoni!

Fonte: Laboratorio Valsusa – Le “paste ‘d melia”: quando la farina di mais è preziosa anche in pasticceria