Traduzione letterale assolutamente fuorviante: non parlare. Traduzione ad sensum: non mi dire, perbacco, caspita.
L’affermazione di cui sopra è un misto di sorpresa e invidia ( normalmente più la prima che la seconda), pronunciato solitamente quando ti danno una notizia che, più che stupirti, ti lascia praticamente allocchito e ti farebbe dire, se tu parlassi in italiano: “ chi l’avrebbe mai detto!”.
Fa il paio con un’altra affermazione, ciama n’àutr, che si tradurrebbe letteralmente:” chiama un altro”, che praticamente vuole dire la stessa cosa.
In questo caso la spiegazione del detto dovrebbe essere: mi hai detto una cosa talmente sorprendente, che è meglio chiamare qualcun altro perché lui la senta.
Normalmente la mimica che accompagna l’esclamazione è assolutamente tipica, pur nell’asciuttezza che caratterizza il piemontese.
Le mani sono riunite dietro la schiena, il viso è atteggiato al più completo stupore.
La bocca è chiusa a mezzaluna, con i due estremi verso il basso. La sensazione trasmessa, però, non è di cruccio, perché è corretta dall’espressione degli occhi, stupefatti e spalancati al massimo. Il tutto è completato dal movimento della testa, ciondolante dall’alto in basso e viceversa, quasi a volere assimilare meglio le verità rivelate dall’oracolo di turno.
Posso, ahimè, sinceramente capire che in questi tempi di sconvolgimenti linguistici, dove il turpiloquio ha raggiunto fasi di sviluppo mai sognate in precedenza, un’affermazione come parla pa! Possa apparire un pochino desueta e piuttosto distante dal vernacolo quotidiano.
Adesso, una notizia che faccia sbalordire qualcuno, dovrebbe essere accompagnata con affermazioni del tipo “’azz”,”mecojoni” o/e similari, che meglio rappresentano l’attuale deriva glottologica italiota.
Ma noi, duri come le rocce che formano le montagne che ci circondano, pieni rapidi e gagliardi come i fiumi cantati dal Carducci, possenti e pazienti, ecc.ecc., quando ci troveremo di fronte ad un’affermazione che pur ci lascia sbacaliti, attoniti,sbigottiti, non arretreremo di un passo rispetto alla marea montante di paleo e neologismi cispadani, interloquendo alla solita maniera piemontese, con un bel parla pa!.
O, male che vada, con un ciama n’autr.
Tratto da: Ugo Revello – Detti che fra un po’ non saranno più detti.