Immagine: Santa SiSanta Sincletica di Alessandria raffigurata nel Menologio di Basilio II, considerata una delle madri del deserto

Immagine: Santa Sincletica di Alessandria raffigurata nel Menologio di Basilio II

Agli albori della vita monastica, nel deserto mediorientale e africano, non si appartarono solo uomini, vi furono anche donne di straordinaria levatura chiamate Madri del deserto. Giovanni Crisostomo (344-407), monaco in gioventù e poi vescovo di Costantinopoli, gran predicatore, così racconta le vergini che si incontravano nei deserti egiziani:

Le donne qui non hanno minore filosofia e vigore degli uomini: vigore non per maneggiare lo scudo né per cavalcare, come vorrebbero i più severi legislatori e filosofi greci, ma per partecipare ad una battaglia ben più aspra e dura. Esse combattono con gli uomini una comune guerra contro il demonio e le potenze delle tenebre. La fragilità del loro sesso non è affatto d’impedimento in questi combattimenti. Queste lotte non richiedono la forza del corpo, ma la buona volontà dell’anima. Perciò, molto sovente, in tal genere di guerra, si sono viste donne combattere con maggiore coraggio e generosità degli uomini e riportare, quindi, le più gloriose vittorie”.

Tra le Madri del deserto sono da ricordare l’aristocratica Sincletica di Alessandria d’Egitto, che rinunciò a una eredità da favola per vivere in una grotta con la sorella cieca, e Teodora, moglie di un governatore romano, che per abbracciare la vita monastica si travestì da maschio e riuscì a tenere nascosta la sua autentica identità fino alla morte.

Di Sincletica ricordiamo un pensiero che viene spesso e volentieri ripetuto nei monasteri ancora oggi: “Se siamo in un cenobio dobbiamo preferire l’obbedienza all’ascesi, perché questa insegna il disprezzo degli altri, mentre quella professa l’umiltà”.

Mentre per chi insegna, ricordiamo un pensiero di Teodora: “Disse Madre Teodora che chi insegna deve ignorare l’amore del potere e la vanagloria. Deve essere estraneo alla superbia, non deve lasciarsi ingannare dalle adulazioni né accecare dai regali, non deve farsi vincere dalla gola né dominare dall’ira. Ma deve essere paziente, mite, soprattutto umile, sollecito e amante delle anime” (dalla Vita e detti dei Padri del deserto).

Fonte: Claudia Colucci, Monaci e Conventi, Edizioni del Baldo, Verona, 2015

Di Claudio Bollentini

Presidente di Monastica Novaliciensia Sancti Benedicti - https://www.linkedin.com/in/claudiobollentini/

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