Il complesso della Sacra di San Michele, grazie alla sua ubicazione geografica e alla natura aspra e selvaggia che lo circonda ( come già riportava la Chronica Monasterii Sancti Michaelis Clusini) può essere raggiunto attraverso tracciati, sentieri e percorsi che permettono, allora come oggi, a tutti gli appassionati , di godere di un suggestivo paesaggio.
La salita attraverso la Via Crucis nei secoli ha permesso il collegamento più veloce tra il fondo valle e l’abbazia. La mulattiera, antica via di pellegrinaggio, sale con un dislivello di circa 600 metri percorribile in poco più di un’ora. Già nel Medioevo attraversava vallette amene, boschi ombrosi e giungeva all’antico borgo di San Pietro, primo nucleo abitato ai piedi della Sacra . Da qui, un ultimo tratto, in salita e battuto dal vento che scende dalle Alpi Cozie, permette di raggiungere il Sepolcro dei Monaci, oggi ridotto ad un suggestivo rudere alla base del monastero.
Quanti viandanti, pellegrini, penitenti, soldati, valligiani, monaci, abati, Re e Regine di casa Savoia, e poi storici, artisti si sono incamminati nei secoli su questa faticosa via di accesso alla Sacra. Il percorso si snoda lungo le quindici stazioni della Via Crucis e lo si imbocca, allora come oggi, dietro la Chiesa Parrocchiale, progettata nel Settecento dal Vittone e dedicata a San Giovanni Vincenzo, carismatica figura di vescovo ed eremita che diede inizio alla costruzione della Sacra. La mulattiera prosegue costeggiando non casualmente il castello, sede un tempo del tribunale abbaziale con diritto di giustizia, dove gli abati raccoglievano le decime e i tributi feudali. Lungo la salita, si incontrano due fontane per il ristoro del pellegrino e un pilone votivo.
Il percorso della mulattiera, è punteggiato nei tratti più panoramici dalle stazioni della Via Crucis e coniuga alle bellezze naturali del luogo la fatica della salita quasi a far sentire l’alito dello Spirito nella preghiera e nella penitenza. Le stazioni continuano ad essere, anche oggi,tappa obbligata della religiosità popolare e nei due secoli scorsi sono state oggetto di numerosi restauri e manutenzioni.
E’ giusto ricordare la tradizionale salita con le “lese”, particolari slitte di legno utili al trasporto di cose e persone. Da queste tradizioni e dalle leggende fiorite nella valle, emergono le radici della Sacra che si intrecciano a quelle germogliate dal monachesimo proveniente dalla Catalogna e dalla Francia Meridionale. Hanno contribuito ad imprimere all’Europa del Medioevo l’impronta cristiana.

Fonte: Il Cammino di San Michele – M. Luisa Reviglio della Veneria