«Metromontagna è una parola nuova, che racchiude in sé un proposito radicale: riunire sotto un unico sguardo ciò che naturaliter ci appare diviso, decostruendo l’alterità tra città e montagna. Questo drastico cambiamento del punto di vista appare necessario e illuminante, in una fase come quella che stiamo attraversando e per un territorio come quello del nostro paese, caratterizzati entrambi da una crisi della centralità urbana e da un ripensamento dei rapporti tra centri e periferie».

E’ la sintesi del contenuto-messaggio di uno studio recente dell’Associazione “Riabitare l’Italia”, dopo il Manifesto pubblicato nel 2020, che interviene in una discussione pubblica quanto mai attiva sui possibili nuovi rapporti tra territori metropolitani e rural-montani, tema che è sempre più attuale in tempi di smart working e di ripopolamento dei centri minori in abbandono.

«Se il mare, alzandosi di pochi metri, ricoprisse quel golfo di terra che è la valla padana, l’Italia sarebbe una sola e grande montagna», scriveva Meuccio Ruini nel 1919. In Italia, accanto ai problemi di latitudine, vi sono quelli di altitudine. Se letto attraverso queste lenti, il Nord – come l’intero paese – appare come il mosaico di una geografia policentrica composta da sistemi territoriali rugosi che intrecciano senza soluzione di continuità ampie zone pianeggianti, aree urbane estese, valli e montagne. Tipi di montagne e di pianure, intersecati con grandi città, ma anche con sistemi di città medie contornati da montagne. È il policentrismo metromontano del nostro paese, dimensione che richiede nuovi atlanti e nuove mappe che mostrino alla politica la possibilità di non governare con la montagna alle spalle e lo sguardo speranzoso alla sola pianura, come se la montagna non potesse generare ricchezza e benessere.

Le politiche separano sulla base di confini che hanno natura amministrativa, in ossequio a criteri disegnati dai centri o in funzione della ricerca del consenso politico, e solo raramente accompagnano e valorizzano le interdipendenze funzionali, i flussi di risorse e le persone che vivono e lavorano a cavallo di questi confini. La valorizzazione del policentrismo richiede politiche di connessione tra territori capaci di generare nuovi mercati, di costruire reti e infrastrutture, di contrastare il depopolamento e gli effetti del cambiamento climatico.

E a proposito di montagna e del suo rilancio, scrive nel libro Paolo Cognetti: “ho imparato che abitare in un luogo significa fare politica in quel luogo, non puoi semplicemente stare lì come abitante passivo, ma cerchi di creare relazioni e di produrre qualcosa di bello”.

Scheda libro:

a cura di Filippo Barbera e Antonio De Rossi

Metromontagna

Un progetto per riabitare l’Italia

Con dodici fotografie di Michele D’Ottavio.Conversazioni con Fabrizio Barca, Marco Bussone, Paolo Cognetti, Luca Mercalli

Collana: Saggine, 353
2021, pp. 272
ISBN: 9788855221948

Di Claudio Bollentini

Presidente di Monastica Novaliciensia Sancti Benedicti - https://www.linkedin.com/in/claudiobollentini/

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