I nostri tempi, segnati da ferite sociali, spirituali, necessitano di guardare a testimoni di fede, contemporanei, che hanno saputo rendere luce alla loro vita. Accostandoci a talune profondità umane, il cui fascino non può lasciare indifferenti, e ne apprendiamo intima bellezza che ci introduce, e avvicina, a ciò che è quasi sconosciuto all’attenzione dell’uomo: Dio, il senso del sacro. Il fascino dell’esperienza umana vissuto dalla Venerabile Serva di Dio Madre Maria Addolorata diviene modello significativo dell’amore rivelato, che si incarna.
Sr. Maria Addolorata Luciani nasce il 2 maggio del 1920, a Montegranaro, piccolo paese dell’ascolano. Maria, era la settima di otto figli che papà Enrico Luciani e la mamma Camilla Dezi, crebbero con amorevole cura. Diverse proposte di fidanzamento giunsero alla giovane Maria, ma non bastarono ad affievolire il suo desiderio di consacrarsi a Dio germogliato nell’adolescenza. Negli anni si lascia innamorare, diventa più consapevole del suo volere interiore e chiede di farsi monaca.
La vicinanza del convento dei Passionisti a Morrovalle, cittadina dove tutta la famiglia si era trasferita, le dà la possibilità di trovare chi possa aiutarla a guidare e coltivare nel modo migliore tale ricchezza interiore. Non senza lo sconcerto dei familiari che magari le suggerivano, preferibilmente, di farsi suora piuttosto che monaca “carcerata a vita”, cui lei fermamente rispondeva: “Le carceri di Gesù non sono come sono le altre, sono il paradiso degli angeli”.
Il 4 giugno 1945, accompagnata dalla mamma Camilla, varca la soglia del Monastero delle Monache Passioniste di Ripatransone. Maria vive l’emozione della vestizione religiosa il 22 agosto 1946 e sceglie il suo nuovo nome: Sr. Maria Addolorata del Sacro Costato. La professione religiosa ha luogo il 15 novembre 1947. Nel frattempo, ai suoi disturbi allo stomaco e all’intestino si aggiunse una pleurite. Fu molto sofferente, ma nel suo patire rimase sempre grata a Dio. Il 30 novembre 1950, Sr. M. Addolorata consegue la professione perpetua. Seppur nella sofferenza, mostrava sempre un timido sorriso e, come si legge in molte lettere, era lei che incoraggiava ad avere speranza e fiducia. Consumerà la sua breve esistenza nel sanatorio di Teramo, la tisi imperversava e lei era ridotta, tra strazianti dolori, pelle e ossa. Morì il 23 luglio 1954.
La Venerabile Madre sperimenta nella sua vita non solo contemplazione, ma il male fisico della malattia, il dolore sotto forme di maldicenze, gelosie, contrasti, menzogne, tutte armi del male, che le hanno insegnato il dovere e la fatica del perdono. Prove nella sua esistenza che non l’hanno portata a fare un passo indietro rispetto al suo spirito deciso e appassionato, votato all’amore per Gesù, al rispetto della dignità di ognuno. Speciale ricchezza spirituale germoglia dalla Venerabile Madre Maria Addolorata, ci regala conoscenza, senso profondo del sacrificio: innamorata del patire, abbraccia la Croce, nel silenzio della “santa osservanza”.
Imparando a guardare con il cuore, Madre Maria Addolorata del S. Costato, ci insegna che non ci si distrae dall’essenziale, né si dà adito al male di distrarci dal bene che siamo, non lasciamo che le cose negative che vediamo, viviamo, soffriamo, ci lacerino, né siano al centro dei nostri pensieri. Piuttosto offriamo la nostra volontà per produrre, e produrre in nomine Christi, donando così spazio al bene e offrendone meno all’angoscia dell’ “esterno”, pur mantenendo santa indignazione e mai tiepidezza di pensiero. Lui ci chiama al Sì, sì o No, no, dunque al coraggio del nostro volere e della sua affermazione chiara e mai equivoca.
Dal silenzio sfocia la discrezione, da esso si impara a sentire l’infinita poesia di cui il Cielo riempie l’umanità, si impara a capire l’immenso spirituale che ci alberga e, leggendo pensieri della Venerabile Madre, ancora oggi ci incoraggia a guardare alla trasparenza dello Spirito che, parlando d’amore, nel suo straordinario silenzio, incontra umanità, ferita, sofferente, sollevandola e spronandola all’incontro con Gesù. Ci incoraggia la Venerabile Madre a testimoniare che nulla si perde, rimanere soli con Dio è l’incontro che induce alla svolta, al coraggio di affrontare con fortezza e temperanza, la Speranza savia del domani.
Dai suoi scritti leggiamo: “Sulla via dolorosa che porta al Calvario, ti chiedo, Gesù, di divenirti compagna… insegnami ad abbracciare la croce e quando cado, insegnami a rialzarmi… insegnamelo tu Gesù a vedere nel dolore un disegno di amore… innamorami del patire”.
L’ “innamorami del patire”, della Venerabile Madre è espressione che sconvolge per incisività. Di Lei, testimone di un silenzio rivelatore, non si può non rimanerne ammirati.
Per approfondire conoscenza della Venerabile Madre Maria Addolorata: MONASTERO DELLE PASSIONISTE DI RIPATRANSONE (AP).
Per i suoi scritti, vistare il sito: Madreaddolorataluciani’s Blog