Non è raro per me imbattermi in amici e conoscenti che mi confidino di essere stati avvicinati o riavvicinati alle questioni religiose o addirittura di essere stati convertiti dalla lettura di un libro. Libri che molte volte non conosco o che non ho mai letto pur avendo dato in passato un’occhiata alle recensioni. Recentemente, un professore di teologia fondamentale, con il quale ho periodici scambi di opinioni, mi ha parlato de “L’età secolare” del canadese Charles Taylor. Trattasi di un’opera di stupefacente respiro ed erudizione che spazia tra vari saperi, direi quasi monumentale. È un libro che i teologi in primis dovrebbero leggere, ma anche tutti quelli che vogliono per onestà di pensiero capire la complessità del dibattito sulla natura della religione e su ciò che occorre sapere prima di comunicare al mondo le proprie conclusioni scientifiche e non solo.
Che cosa significa vivere in un’età secolare? Nel giro di pochi secoli il posto occupato dalla religione è profondamente cambiato. Ne “L’età secolare”, Charles Taylor si chiede che cosa ciò abbia voluto dire nella vita delle persone o, più precisamente, che cosa accade quando una società in cui era praticamente impossibile non credere in Dio diventa una società in cui la fede, anche per il più convinto dei credenti, è solo un’opzione fra tante. Taylor assume una prospettiva storica e segue lo svilupparsi nel mondo cristiano di quegli aspetti della modernità che chiamiamo secolari. Ciò che descrive di fatto non è un’unica trasformazione continua, ma una serie di nuove partenze in cui le vecchie forme di vita religiosa si sono dissolte o sono venute destabilizzandosi e ne sono state create di nuove. Oggi noi viviamo in un mondo caratterizzato non tanto dall’assenza di religione quanto dal moltiplicarsi di nuove opzioni religiose e di nuove forme di spiritualità e irreligiosità cui i singoli gruppi o individui si aggrappano per dare senso alle proprie vite e forma alle proprie aspirazioni. In questo senso, secolarizzazione diventa sinonimo più di frammentazione delle identità che non di nascita di una singola e coesa identità secolare. In questa cornice è possibile comprendere i paradossi, le contraddizioni, le incertezze del periodo che stiamo vivendo.
Per questo libro Charles Taylor ha ricevuto nel 2007 il prestigioso Templeton Prize, oltre a: Christianity Today Book Award 2008 per la storia; Miglior libro dell’anno ‟Globe and Mail”; Miglior libro dell’anno ‟The Tablet”; Miglior libro dell’anno ‟Publisher Weekly”.
Charles Taylor (1931), già docente di Teoria sociale e politica a Oxford, ha insegnato Scienze politiche e Filosofia alla McGill University a Montréal, dove è professore emerito. È autore, tra l’altro, di Hegel e la filosofia moderna (il Mulino, 1984), Il disagio della modernità (Laterza, 1994), Gli immaginari sociali moderni (Meltemi, 2004). Con Feltrinelli ha pubblicato anche Radici dell’io (1993), assieme a Jürgen Habermas, Multiculturalismo. Lotte per il riconoscimento (2001) e L’età secolare (2009).
