bottiglie di Elisir dell'abate

All’ombra della Sacra di San Michele a Sant’Ambrogio di Torino, nasce l’Elisir dell’Abate. Merito di un appassionato che qualche anno fa ha scovato un’antica ricetta tramandata da qualche suo antenato. Appena l’ha scoperta, il nostro appassionato si è messo al lavoro per riesumare, con attrezzi casalinghi, il vetusto nettare. E visto che il risultato non era così male ha contattato un imprenditore vitivinicolo valsusino per produrre le prime bottiglie.

“Tutto parte da un mosto prodotto da uve autoctone”, spiega il suo ideatore, “a cui si aggiunge una particolare bacca rossa”. L’elisir viene lavorato come un vino rosè nella distilleria Dealp di Susa che lo arricchisce con alcol e spezie.

Ne risulta un gradevole liquore abbastanza leggero, di 16 gradi. La particolarità dell’Elisir dell’Abate, sta proprio nella presenza di varie spezie, ritrovate nell’antica ricetta: cinque bacche dosate, alcolizzate e zuccherate per formare un tutt’uno piacevole con il vino: cannella, chiodi di garofano, zenzero, cardamomo e galanga.

Spezie usate per millenni, anche a scopo medicinale. A questo vino speziato medievale, o meglio “ ippocrasso”, vengono riconosciute qualità tonificanti e digestive, grazie ad una forte rivalutazione delle erbe, dovuta al legame con la ricetta originale.

A questo punto non resta che assaggiare: prosit!

Fonte: Pro loco Sant’Ambrogio di Torino

Di Emerenziana Bugnone

Socia Monastica Novaliciensia Sancti Benedicti, volontaria culturale e accompagnatrice.

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