Affresco nella Cappella della Madonna dei Boschi

Tra le chiese e le cappelle del territorio di Buttigliera Alta, l’antica Cappella della Madonna dei Boschi si presenta come la più significativa dal punto di vista storico-artistico.

Il tempo di costruzione della cappella non è attualmente conosciuto, tuttavia, la presenza di affreschi quattrocenteschi ne evidenzia l’antichità. Nella Cappella si trova anche un’immagine di San Benedetto, che potrebbe forse rimandare ad un luogo di culto molto antico: creato dai Benedettini in una regione da loro fortemente dominata, per via della vicinissima abbazia di San Michele della Chiusa. La mancanza di documenti preclude purtroppo un approccio sulla sua origine e sulla sua storia più remota.

La chiesetta fu per lungo tempo alle dipendenze degli Antoniani di Ranverso. Tuttavia, nell’Archivio Storico dell’Ordine Mauriziano, non vi sono documenti che ricordino la cappella nel Quattrocento e Cinquecento ed ancora prima. In particolare, finora, non sono rinvenuti documenti che segnalino espressamente quando gli Antoniani ne presero il possesso.

In documenti del Seicento, però, la cappella incomincia ad apparire come loro proprietà. Gli Antoniani evidenziano un loro interesse costante per le sue necessarie forniture liturgiche, per restauri e diversi abbellimenti.

Nel corso del Settecento la cappella è riconosciuta come Membro della Commandaria di S. Antonio e “spettante” come proprietà ai Canonici Regolari Antoniani.

La Cappella della Madonna dei Boschi è composta da un sacello, con una navata sul davanti verso ovest e piccole costruzioni sul fianco nord. La descrizione grafica corrisponde in gran parte a quella della Visita Pastorale del Rorengo di Rorà del 1777.

Fine degli Antoniani

Con la soppressione degli Antoniani nel 1776, per l’aspetto religioso, fu unita al territorio parrocchiale di Buttigliera Alta. Mentre, per quanto ne riguarda la proprietà, divenne parte dei beni dell’Ordine Mauriziano.

L’anno dopo la soppressione, è visitata dall’Arcivescovo di Torino. Questi si soffermò a descriverla: la trovò in mezzo a fitti boschi da cui prendeva il nome e la definì “antichissima”. E, la dotazione della cappella, sufficiente e “dignitosa”.

Ogni anno, il secondo giorno dopo Pasqua, gli abitanti di Buttigliera vi si recavano in processione per la messa.

Consuetudini abbandonate durante il periodo della rivoluzione francese, riprese poi con la Restaurazione, nel 1815.

Tra il 1855-1856 verrà ristrutturata ed ampliata. Di questa ricostruzione, costata 2800 lire, restano nell’Archivio Mauriziano numerosi documenti.

Con la ricostruzione, riprese nuova vita e nuovo vigore la devozione alla Madonna dei Boschi durante tutta la seconda metà dell’Ottocento. Nel Novecento, tra alterne vicende, continuerà ad essere un punto di riferimento religioso importante per gli abitanti della zona.

Affreschi e pitture

La cappella custodisce un notevole patrimonio d’arte, costituito da affreschi del Quattrocento e del Seicento e da due pregevoli pitture su muro dell’Ottocento.

Gli affreschi Quattrocenteschi raffigurano Santa Caterina d’Alessandria, San Benedetto e Santa Cristina di Bolsena, santa martire presente raramente negli antichi affreschi gotici del Piemonte. Le eleganti e sinuose figure di Cristina e Caterina sono lavori nei quali appare evidente l’influsso dello stile di Giacomo Jaquerio, perciò riconducibili ad un seguace dell’artista torinese.

Gli affreschi Secenteschi, sulla parete destra del sacello, raffigurano Sant’Antonio Abate e a sinistra San Isidoro in preghiera; sulla volta quattro episodi evangelici.

Il pittore secentesco è un buon narratore, che rende con pennellate efficaci, rapide e fluide la serie di episodi evangelici; colora con discreto vigore e denuncia una cultura ancora tardo manierista.

Sant’Antonio Abate è rappresentato in piedi, in una finta nicchia e indossa un saio di tonalità brune; sulla mantellina spicca il simbolo della “TAU”, nella mano destra un libro aperto e nella sinistra un pastorale. La figura è mossa e ariosa, animata da una vitalità interiore non comune; l’autore è un pittore di ambito lombardo-piemontese, la datazione dell’affresco si può collocare fra il 1650 e il 1680.

La statua della Madonna Addolorata

Dopo la ricostruzione, nel 1859, una statua lignea della Madonna Addolorata si aggiunse agli ornamenti della cappella. La statua diventò un’icona particolarmente venerata dalla comunità. Sfortunatamente, fu rubata il 2 febbraio 1968.

L’8 settembre 1968, il Sodalizio Nazionale Ragazzi del “99” donò una nuova statua, simile alla precedente, a ricordo del cinquantenario della vittoria della I° Guerra Mondiale. La statua è opera dello scultore F. Prinoth di Ortisei.

La Cappella della Madonna dei Boschi è una delle maggiori evidenze artistiche del territorio; il suo superstite apparato di affreschi gotici la ricollega al sistema delle chiese della Bassa Val Susa che un tempo punteggiavano fittamente il territorio, offrendo anche rifugio a pellegrini e viandanti che percorrevano la Via Francigena.

Fonte: Arte cristiana – Arabella Cifani

Di Emerenziana Bugnone

Socia Monastica Novaliciensia Sancti Benedicti, volontaria culturale e accompagnatrice.

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