L’abbazia di Fontevraud o Fontevrault prende il nome dall’omonimo villaggio nel dipartimento di Maine e Loira in Francia. Venne fondata attorno al 1100 dal predicatore bretone asceta, Roberto d’Arbrissel, che vi creò un nuovo ordine: quello di Fontevraud.
D’Abrissel e i suoi seguaci furono conosciuti con il nome di Poveri di Cristo, con il motto: “Nella nudità seguire Cristo nudo sulla croce”.
L’abito non fa il monaco…
Andava scalzo, trasandato e poveramente vestito ma, forte della sua eloquenza, aumentata dall’aspetto ascetico, radunò intorno a lui molte persone. Persino donne, per lo più di umili origini, che intendevano abbracciare la vita monastica nel convento di la Roë; da cui però venivano respinte dai canonici, che non intendevano accoglierle nel convento.
Di fronte ai ripetuti e netti rifiuti, Abrissel lasciò l’abbazia di Roë. Intento a fondare una comunità che accogliesse aderenti di ogni condizione e di entrambi i sessi. Il terreno su cui sorse il monastero era un dono di Guglielmo IX, duca d’Aquitania, signore di Fontevrault; oggi Fontevraud-l’Abbaye.
Senza curarsi delle usanze e dei modi rigidi dell’epoca, creò quindi un monastero misto. Piccola anticipazione: fu proprio una donna, alla sua morte, a prenderne le redini: la badessa Pétronille de Chemillé.
Roberto D’Abrissel continuò la sua predicazione itinerante e fu presente nei concili di Nantes e di Poitiers, tenuti nel novembre del 1100. Dove appoggiò i legati papali che scomunicarono Filippo I di Francia a causa della sua unione illegittima con Bertrada di Montfort.
Alla sua morte, non fu canonizzato: pesarono su di lui le accuse di diversi nobili a riguardo del suo comportamento, giudicato scandaloso. Anche le successive richieste di beatificazione presentate a papa Innocenzo X da Giovanna Battista di Borbone – badessa di Fontevrault, figlia naturale di Enrico IV di Francia – rimasero senza esito. Tuttavia ad oggi a Roberto D’Abrissel è dato ugualmente il titolo di beato.
Pétronille de Chemillé
La prima succeditrice ebbe il compito di coordinare direttamente la costruzione e la prima organizzazione dell’abbazia. Fatto ulteriore che provocò un vero scandalo e una forte controversia: non solo nel mondo ecclesiastico, ma anche in quello monastico e civile. A Pétronille de Chemillé successe Matilde del Maine, zia di Enrico II d’Inghilterra. Da allora, altre trentacinque badesse si sono susseguite alla guida dell’Ordine di Fontevraud che si diffuse in tutta Europa; con almeno cinque abbazie in Inghilterra e sei in Spagna.
Quattro ambienti per una comunità piuttosto inclusiva
La struttura e l’architettura dell’abbazia di Fontevraud fu pensata appositamente per accogliere la doppia comunità:
il monastero del Grand Moûtier per le badesse; il Priorato di Santa Maria Maddalena per le donne in eremitaggio; quello di San Lazzaro per i malati e quello di Saint-Jean-de-l’Habit per i monaci.
Nelle diverse residenze trovarono quindi sistemazione separata gli uomini, tanto chierici che laici, le donne, vergini, separate, vedove ed ex prostitute, e i malati cronici.
Con il tempo, l’Ordine costituito da Roberto si trasformò. Per accedere a Fontevraud e nei numerosi priorati fondati nel corso degli anni, la maggior parte dei quali erano femminili, occorreva possedere una dote consistente.
In seguito l’Abbazia ricevette i favori dei conti di Angiò. Soprattutto quelli di Enrico II Plantageneto e di sua moglie Eleonora d’Aquitania che fecero di Fontevraud una necropoli reale.
Cadute, rinascite,…
La guerra dei Cent’anni indebolì notevolmente l’Ordine che nonostante ciò, recuperò slancio sotto il governo di Maria di Bretagna durante il XV secolo. Ella intraprese grandi riforme con il sostegno del re Luigi XI e fece entrare l’Abbazia nel girone dei Borbone di Francia fino alla Rivoluzione.
Purtroppo i grandi lavori di abbellimento operati dalle badesse di Borbone furono saccheggiati durante la Fronda.
…inaspettate trasformazioni
Come se non bastasse, un decreto dell’imperatore Napoleone Bonaparte, firmato nel 1804, trasformò l’Abbazia in centro penitenziario; uno dei più duri di Francia.
Nuovi e drastici interventi trasformarono gli storici e centenari edifici monastici in pollai, dormitori e sale di lavoro.
La prigione chiuse le sue porte nel 1963 e iniziarono importanti lavori di restauro che proseguono ancora oggi.
Al giorno d’oggi, un’esperienza inedita
Iscritta al patrimonio mondiale dell’Unesco dal 2000, l’Abbazia di Fontevraud fonde oggi il suo patrimonio in luoghi di vita e di creazione artistica contemporanea. Tra mostre, concerti, spettacoli, proiezioni, conferenze e laboratori che fanno rivivere le antiche pietre, che accolgono ogni tipo di avanguardia digitale e tecnologica.
La parte del Priorato di San Lazzaro è stata trasformata in un hotel ristorante che permette di prolungare l’esperienza inedita proposta dall’Abbazia. Per immaginare la vita nei secoli delle suore, intorno al chiostro; dormire in edifici impregnati di storia; cenare nel rinomato ristorante e approfittare del silenzio monastico una volta calata la sera. L’Abbazia prosegue la sua esistenza sulla scia intrapresa tanto tempo fa: quella di essere una Cittadella ideale. Dove però oggi le sue storiche pietre fanno parte di un progetto di grande modernità tecnologica e rispetto ambientale.
