In seguito alla famosa battaglia del 1747*
Il contrafforte che separa l’alta Valle della Dora Riparia da quella del Chisone assunse notevole importanza militare. Infatti il crinale poteva, così come in passato, essere agevolmente percorso anche da un gran numero di truppe. E, con opportuni accorgimenti, da pezzi di artiglieria. Mentre il fondovalle appariva sbarrato dai due grandi forti di Exilles e di Fenestrelle.
Un territorio inespugnabile
Queste motivazioni giustificarono la permanenza in quota di apprestamenti difensivi. Negli anni successivi alla battaglia si realizzarono opere campali estese fino al Colle delle Finestre. In questo modo tutto il crinale spartiacque Dora-Chisone, divenne un grande campo trincerato difficilmente espugnabile. I capisaldi principali di questo complesso si trovavano sul rilievo della Testa dell’Assietta (2566 m) e sul Gran Serin. La linea poi proseguiva verso est al Colle delle Fatierès (2530 m), dove si sviluppava un altro complesso fortificato a dominio del valico. Tutto questo apparato, indicato sulle carte dell’epoca come “Forte dell’Assietta”, rimase efficiente fino alla fine del Settecento.
Una battuta d’arresto lunga –solo– un secolo
Il Trattato di Parigi del 1796 ne impose però lo smantellamento totale; in seguito alla sconfitta del Piemonte da parte di Napoleone Bonaparte,
Con la stipulazione della Triplice Alleanza (Austria-Germania-Italia) nel 1882, gli altipiani dell’Assietta tornarono a rivestire un ruolo di primaria importanza. Sia per la difesa della frontiera occidentale sia per la mobilitazione delle truppe mobili. La speciale Commissione per la Difesa dello Stato propose dunque la creazione di un campo trincerato ad organizzazione autonoma: la Piazza Militare dell’Assietta. Per assicurare convenientemente le sistemazioni difensive a fondovalle.
Nel 1888 iniziarono i lavori
La splendida rete di strade militari, prima opera compiuta, richiese parecchie stagioni lavorative. Altre strade minori venivano a raccordarsi al ramo principale consentendo di raggiungere diverse località dell’Alta Valle della Dora.
Nella campagna 1890-91 venne costruita la caserma difensiva al Colle del Gran Serin; sfruttando l’edificio come base di appoggio, l’anno successivo si iniziò l’allestimento della batteria della Gran Costa; seguì quella del Gran Mouttas (1893), quindi la batteria Gran Serin (1897), la maggiore della Piazza.
Il Comando della Piazza aveva sede nella grande caserma detta il “Baraccamento”, situata sulla strada per il Colle delle Finestre. Si trattava di un tozzo quadrilatero in muratura dotato di feritoie. All’interno, lungo i lati maggiori, si trovavano due edifici che ospitavano le cucine della truppa; i magazzini per viveri e materiali; una cisterna: il tutto costituiva il Baraccamento degli Ufficiali. Di fronte, sorgeva un fabbricato a due piani, diviso in 14 locali quasi tutti adibiti a camerate per la truppa. Sul lato occidentale, un piccolo edificio ospitava il forno da pane capace di 340 razioni.
Un ampio e profondo fossato – superabile soltanto per mezzo di un ponte mobile retrattile – circondava tutta la caserma. Il complesso poteva alloggiare circa 500/600 uomini. La ricettività della Piazza fu ancora ampliata con locale ospedale capace di una quarantina di letti ed alcuni edifici adibiti a scuderie.
Il complesso di Fenestrelle
La Piazza militare dell’Assietta rimase autonoma per poco tempo. Dopo un breve intervallo alle dipendenze della Piazza di Exilles, passò a far parte del complesso di Fenestrelle; assieme alle opere del Colle delle Finestre.
Le opere dell’Assietta erano sfruttate solo in occasione dell’estate. Periodo in cui i battaglioni di artiglieria da fortezza e le fanterie vi salivano per completare le necessarie esercitazioni a fuoco. Durante l’inverno i pezzi “riposavano” nei magazzini adiacenti alle batterie. La sorveglianza era garantita dal distaccamento periodico di pattuglie dai forti di Fenestrelle e di Exilles.
Tutto il complesso dell’Assietta venne tenuto in efficienza per almeno vent’anni.
Fino ad oggi
Allo scoppio del primo conflitto mondiale le artiglierie che armavano le opere furono inviate sul fronte austriaco; seguendo un destino comune a quasi tutte le fortificazioni occidentali.
Nel primo dopoguerra le batterie vennero completamente dismesse perché tecnicamente superate.
Fonte: M. Minola – La battaglia dell’Assietta: 19 luglio 1747
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