Il Forte Bramafam, costruito tra il 1874 ed il 1889, è uno dei pochi superstiti esempi di fortificazione a struttura lapidea; adattata alle esigenze tecnologiche di fine Ottocento. Costruito sul Colle che domina la valle di Bardonecchia, venne concepito per proteggere lo sbocco della Galleria del Frejus da eventuali azioni francesi che, i sistemi di distruzione presenti nel tunnel ferroviario, non fossero stati in grado di arrestate.
Caratteristiche architettoniche
Il complesso, di notevoli dimensioni, interessa un’area di oltre 64.000 mq e consta, nel suo blocco principale, di oltre 110 ambienti.
Sul sito dove si ergeva Chateau de Bramafam, furono realizzate prima delle batterie in barbetta, poi il forte. Opera di transizione che accumunava l’utilizzo della pietra e della calce, nelle strutture verticali, con un getto di calcestruzzo su un letto di putrelle, in quelle orizzontali. Ancora oggi il contrasto è notevole: nella parte verticale vi è ancora la ricercatezza del bello tramite le modanature; le riquadrature; i canali di gronda e i doccioni aggettanti in pietra lavorata alla martellina. La sensazione che si coglie è una continuità con il barocchetto militare. Di contro, al di sopra ci troviamo di fronte ad un nuovo modo di costruire: a masse di calcestruzzo compatte; con l’estradosso curvilineo che si innesta nella pietra.
Tra i primi forti italiani ad utilizzare innovative artiglierie, in istallazione a pozzo
Nel 1893, una relazione del Deuxième Bureau – servizio di spionaggio francese – segnalava che il Forte era in gran parte ultimato e che si stava procedendo all’installazione delle artiglierie in cupola. Si trattava delle due torri corazzate della Gruson per pezzi 120/21, quattro cannoni a tiro rapido da 57 mm in torrette a scomparsa, sei pezzi da 87 B.R. ret. Nel basso forte occidentale potevano essere schierati due pezzi da 149 G, sempre in barbetta. Nel magazzino di artiglieria, situato nella piazza d’armi, si trovavano infine quattro mortai da 87 B, da montare “in località da determinarsi al momento dell’impiego”.
La guarnigione era assicurata da truppe del 6° reggimento Artiglieria da Fortezza. Il presidio di guerra comprendeva 200 uomini, mentre nei capaci alloggiamenti potevano trovare ricovero altri 280 soldati.
A fine Ottocento era la più importante fortificazione delle Alpi Cozie, erede di Fenestrelle ed Exilles e predecessore dello Chaberton.
Un disarmo quantomeno temporaneo
Nel 1915 il Bramafam, al pari di tutte le altre fortificazioni delle Alpi Occidentali, venne disarmato e le sue artiglierie inviate sul fronte austriaco. Divenne allora campo di concentramento per i prigionieri di guerra, adibiti ai lavori di manutenzione delle strade militari e della galleria del Fréjus.
Dopo il conflitto, il forte venne riarmato con i suoi pezzi da 120/21, ma non con quelli da 57, ormai tecnicamente superati.
Negli anni Trenta, quando i rapporti con la Francia si deteriorarono nuovamente, il forte ritornò a svolgere la propria funzione difensiva. Risalgono infatti a questo periodo i lavori di potenziamento delle difese esterne; caratterizzati in particolare dalla costruzione di opere in caverna per mitragliatrici e cannoni anticarro. La più importante, il Centro 14 che si affaccia sui versanti nord e ovest dell’altura, era armata con sei mitragliatrici e presidiata da 42 uomini.
Come tutte le opere della zona di Bardonecchia, anche il Forte Bramafam fu affidato all’VIII Settore della Guardia alla Frontiera. I due pezzi da 120/21 andarono a formare la 516° batteria G.a.F.
Secondo conflitto mondiale e occupazione tedesca
Allo scoppio della seconda guerra mondiale, i suoi cannoni non intervennero. Tuttavia, il 21 gennaio 1940, giorno in cui iniziò la breve offensiva italiana, alcuni aerei francesi, sganciarono sulla zona un grappolo di bombe. Alcune di esse colpirono il Forte, senza provocare danni, altre caddero addirittura a Beaulard e ad Oulx.
Dopo l’8 settembre 1943 il Bramafam lo occuparono le truppe tedesche, le quali vi mantennero un piccolo presidio e disseminarono di mine tutta l’area sottostante; provocando la morte di un soldato tedesco, di tre civili e di un artificiere italiani.
Il 19 aprile 1945, i comandi tedeschi del 100° Reggimento Gebirgsjàger e del II battaglione si trasferirono per misura precauzionale all’interno del sito. Il mattino del 26 aprile il Comando reggimentale lasciò il Bramafam, per scendere a Bussoleno. All’alba del giorno successivo se ne andarono anche gli ultimi reparti di guastatori.
Danneggiamenti dovuti alle razzie
Nel dopoguerra il Forte subì un sistematico saccheggio; completato, nella sua azione devastatrice, dallo smantellamento imposto dalle norme del trattato di pace di Parigi del 1947.
A partire dagli anni Sessanta, l’unica parte ancora in buone condizioni, il magazzino artiglieria, venne locata ai Salesiani, che la utilizzarono come colonia.
Risolto alla fine degli anni Settanta il contratto di locazione, il forte, completamente abbandonato, venne sottoposto ad ogni sorta di atto vandalico. Lo stesso avvenne per il magazzino artiglieria che, ormai lasciato a se stesso, fu ridotto nel giro di pochi anni ai soli muri perimetrali.
L’asportazione del materiale lapideo è proseguita indisturbata fino al 1994. Attualmente, delle circa 100 feritoie ricavate nei muri perimetrali, solo una decina conserva ancora le originarie cornici di pietra. Il complesso è stato anche privato delle pietre di coronamento delle mura, dei gocciolatoi, degli architravi, delle zoccolature e degli abbeveratoi.
Gli interni non hanno avuto sorte diversa: la maggior parte degli intonaci si è completamente disgregata per via dei danneggiamenti o delle copiose infiltrazioni di acque meteoriche. Tutte le parti metalliche sono state rimosse, così come sono scomparsi numerosi tramezzi e muri di tamponatura. Il grave stato di degrado del sito ha anche contribuito nel 1993, a cagionare la morte di un ragazzo, imprudentemente inerpicatosi sulle pericolanti strutture murarie.
Recupero della struttura e funzione odierna
Gli interventi di rivalutazione storica ed ambientale del Forte Bramafam, eseguiti dal 1995 ad oggi, da parte dell’Associazione A.S.S.A.M., hanno permesso di recuperare i corpi di fabbrica che si affacciano sulla Piazza d’Armi, eccezion fatta di parte del Magazzino Artiglieria.
Il Forte oggi è un Museo dove si racconta la storia militare d’Italia dal 1890 al 1945; una storia di grandi gesta e uomini semplici dove le vite di quei soldati passati da qui, riemergono dal flusso del tempo. Uniformi, documenti, armi, oggetti personali per conservare e tramandare la memoria.
Un Museo che è ai vertici di gradimento e popolarità fra i Musei Europei di Storia Militare.
Spunti: Associazione A.S.S.A.M – Museo Forte Bramafan
UNIVOCA – Quaderni del Volontariato