Le vecchie pietre della Sacra parlano attraverso gli occhi degli artisti che vi hanno lavorato, ognuno può comprenderne il messaggio con la propria sensibilità. Il messaggio delle antiche mura dell’Abbazia, che racchiudono forze spirituali da mille anni diviene intellegibile in tutto il suo splendore agli occhi di coloro che sanno vedere, oltre.

La fase più intensa ed emozionante del cammino in salita verso la Chiesa Abbaziale , è il percorso dello Scalone dei Morti. Si sale, lungo uno rampa finale ancora più ardita delle precedenti, su su fino ad una porta coronata da un arco a tutto sesto, aperto su una luce che irrompe abbacinante nel contrasto violento con la semioscurità dell’antro da cui si proviene..

E’ il Portale dello Zodiaco, vero fulcro dei simbolismi della Sacra che ci offre una serie di enigmi da decifrare. Lo sguardo è attratto dalle sculture dei capitelli che in doppio ordine corrono intorno agli stipiti della porta proponendoci storie bibliche e figure allegoriche ispirate ai fantastici bestiari medievali.

L’originaria collocazione del Portale, è dubbia; oggi essa costituisce un transito intermedio prima dell’ingresso vero e proprio alla Chiesa.

Sugli stipiti a destra sono raffigurati i segni zodiacali e a sinistra le costellazioni.

Questi elementi sono segnati da abrasioni di vario tipo, che stanno a testimoniare una prolungata esposizione alle intemperie, ma anche dovute alla mano dell’uomo, in quanto, in un’epoca che non è facile precisare, il Portale subì almeno uno smontaggio e un rimontaggio durante il quale i pezzi, cambiarono collocazione e vennero risistemati in un nuovo contesto assieme ad altri pezzi forse scolpiti appositamente.

Eccezionale è il corredo di iscrizioni incise lungo i profili delle lesene,iscrizioni che in parte commentano il senso delle figure esortando i fedeli alla riflessione, in parte rendono omaggio al loro artefice che qui si firma con il nome di “ Nicholaus”

Su una lesena infatti troviamo la scritta:

“ VOS QUI TRANSITIS SURSUM VEL FORTE REDITIS/ VOS LEGITE VERSUS QUOS DESCRIPSIT NICHOLAUS”

Nicholaus per la sua natura itinerante e per la singolarità del suo stile è da considerarsi una delle personalità più importanti della scultura romanica padana.

La sua presenza, nella Porta dello Zodiaco, (1128-1130),pone la questione dei suoi legami con la terra francese e dei suoi possibili viaggi a Tolosa per gli echi del suo stile.

Le sculture della Sacra sono di alto interesse iconografico in quanto rappresentano il più antico ciclo romanico dello Zodiaco a cui si aggiunge una serie di 12 costellazioni, ma in realtà ne sono state effigiate ben 19, che non hanno parallelo se non nei manoscritti di Arato.

Arato fu uno studioso e filosofo greco del 240 a.C. e una delle sue molteplici opere trattava delle Sfere Celesti, ma quello che si ritiene, oggi, il suo capolavoro, fu il poema didascalico “ Fenomeni” ovvero “ le cose che accadono”.

Arato descrive le costellazioni della zona settentrionale e meridionale, il loro sorgere e tramontare, i circoli che dividono la sfera celeste, in una forma litografica piuttosto che astronomica, e forse fu questa forma che influenzò Nicholaus nella realizzazione delle Costellazioni del Portale dello Zodiaco.

Ricordiamo che le più antiche rappresentazioni celesti e zodiacali trasformate in calendari solari e lunari, furono monopolio di civiltà più antiche di quella Greca .

Egli “ firma” anche il portale maggiore del Duomo di Ferrara, fondato nel 1135, il portale del Duomo di Piacenza e, forse, anche “ La Porta Speciosa” della Chiesa di San Michele Maggiore di Pavia e San Zeno a Verona.

Nicholaus si esprime anche con un linguaggio di influenza bizantina, è un temperamento eclettico, con una vasta bottega e molteplici collaborazioni, le sue figure incassate negli stipiti a Ferrara ed a Verona sono importanti precedenti delle statue – colonne di Saint Denis e di Chartres. Potrebbe essere stato lui il tramite di Wiligelmo verso l’arte tolosana.

Ma Nicholaus non è l’unico scultore all’opera sul portale, altre mani si dividono le parti di quest’opera: Pietro da Lione e il Maestro di Rivalta.

Pietro arrivava da Lione dove la tradizione classicista era fortissima; di lui è noto un altare conservato nella cattedrale di San Giusto a Susa che riporta la sua firma.

Pietro da Lione predilige sicuramente il marmo greco e ci rende l’immagine di una figura comprimaria insieme a Nicholaus, raffinato e delicato. Il dialogo tra i due doveva essere molto fitto e ciò consente forse la migrazione dei modelli nicoleschi ed emiliani ad Embrun, dove il portale della chiesa è sorretto da leoni.

L’altro artista che lavora sul Portale è il “ Maestro di Rivalta”, un nome provvisorio e legato all’attribuzione di alcuni capitelli provenienti con certezza dal chiostro dell’Abbazia di Rivalta. Le sue figure sono piuttosto tozze, . E’ possibile pensare che questo scultore si affini nel cantiere di Nicholaus e Pietro da Lione.

Il ciclo di sculture, anche mediante i versi che lo accompagnano, si rivela come una meditazione spirituale per figure, ispirata da un preciso progetto religioso e culturale e sostenute da una profonda consapevolezza teologica.

Il visitatore istruito all’epoca,certamente non avrebbe tralasciato di “leggere” un solo frammento di questi “versus”.

Una stretta correlazione di testo e immagine che attirava l’attenzione degli uomini del Medioevo e testimoniata dalle parole di Baldric de Bourgueil, che agli inizi del XII secolo descrive il cosiddetto Arazzo di Bayeux nel palazzo di Adelaide, figlia di Guglielmo il Conquistatore:

“ Littera signabat sic res et quasque figuras

Ut quisquis videat, si sapit, ipsa legat”

Fonti: La Sacra di San Michele- Storia Arte e Restauri – Enrica Pagella

Dal Piemonte all’Europa. Esperienze monastiche nella Società Medievale.

Saverio Lo Martire

Di Emerenziana Bugnone

Socia Monastica Novaliciensia Sancti Benedicti, volontaria culturale e accompagnatrice.

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