La storia del Drapò, bandiera ufficiale del Piemonte e parte del gonfalone regionale, corre parallela alle vicende dei Savoia, scandendo alcune delle tappe principali della storia del Ducato sabaudo medievale.

Ha inizio quando, nell’ XI secolo, i Savoia, Conti della Maurienne e della Tarantaise, con il matrimonio di Oddone di Savoia con Adelaide di Susa, espandono i propri possedimenti al di qua delle Alpi, prendendo possesso della marca di Torino, che comprende la città, i suoi dintorni e la bassa Valle di Susa. Hanno per stendardo l’aquila imperiale a due teste, con le ali aperte, segno di vassallaggio verso l’Imperatore.

Nel 1241, il Conte di Savoia, Pietro II, anche Duca di Richmond ( conosciuto per aver accordato i primi Statuti Comunali alla Città di Torino), in occasione della sua nomina a Comandante Generale di una delle numerose Crociate, decide di cambiare l’aquila imperiale con una croce d’argento in campo rosso, croce che in seguito sarà bianca, costituendo ancora oggi le bandiere del dipartimento francese della Savoia e della Svizzera.

Ma cosa significa parlare di Piemonte al tempo del XIII secolo? I documenti coevi indicano con questo termine la pianura compresa tra il Sangone e il Po, comprensiva di Pinerolo e Torino. E’ questa l’area che nel 1295 viene assegnata, nella complessa spartizione del patrimonio ereditario tra i vari esponenti della Casa Savoia, a Filippo, signore del Piemonte e poi, per via della moglie, principe della lontana Acaja ( un dominio in Grecia, nel Peloponneso, presto perduto e a lungo rivendicato). All’inizio del Trecento compare nei documenti un secondo Piemonte: quello compreso tra il Tanaro e la Stura di Demonte, sottomesso dagli Angioini. Carlo II d’Angiò si dice Conte di Piemonte almeno dal 1304.

Il 20 giugno 1366 il Conte Verde, Amedeo VI, parte da Venezia per una crociata contro i Turchi e sul pennone del suo galeone viene issato uno stendardo azzurro bordato di stelle con la figura della Vergine Maria. Da questo momento l’azzurro diventa colore ufficiale dei regnanti sabaudi ed una bordura di questo colore guarnisce l’insegna della Casata.

Ma come non esiste ancora un Piemonte unificato, non esiste nemmeno uno stemma o bandiera del Piemonte: sui castelli e sulle torri cittadine sventolano, a seconda, le insegne degli Acaja, ossia la croce bianca in campo rosso dei Savoia, differenziata con un filetto in banda ( una striscia sottile che scende dall’angolo superiore sinistro a quello inferiore destro, per chi guarda lo scudo) azzurro; oppure le insegne degli Angiò, azzurre sparse dei gigli d’oro di Francia, con un lambello rosso. Alla fine del Trecento la contea angioina di Piemonte di fatto non esiste più, e in parte è in mano degli Acaja . Così, quando nel 1416 Amedeo VIII viene creato primo Duca di Savoia dall’Imperatore, questi lo investe anche come Conte di Piemonte.

Thonon, Alta Savoia, 15 agosto 1424: dopo la morte, nel 1418 a Pinerolo, senza nessun erede legittimo, dell’ultimo degli Acaja, Amedeo VIII coglie l’occasione per riunire in un unico Stato le terre dei due versanti delle Alpi. Nella piazza principale della cittadina, oggi sita in territorio francese, gremita di aristocratici e di popolo, alla presenza degli ambasciatori di Borgogna e d’Inghilterra, ufficiali di corte e alti ecclesiastici, il Duca investe il primogenito Amedeo, un ragazzino di circa dodici anni, del titolo di Principe di Piemonte, e il secondogenito Ludovico, di undici anni, di quello di Conte di Bagé.

Il maresciallo di Montmayeur, prima carica militare del ducato, annuncia ad alta voce ai due principini la modifica del loro stemma, stante la decisione del padre: Amedeo avrebbe aggiunto alla croce argentea in campo rosso, insegna paterna, un lambello azzurro con tre pendenti; Ludovico avrebbe aggiunto invece una bordura azzurra, dentata.

E’ questo, in un certo senso, l’atto di nascita dello stemma del Piemonte, altrimenti noto come Drapò: o meglio, è la prima volta che il nome della regione, concessa ora in appannaggio al primogenito del Duca di Savoia, viene associato allo stemma che questi portava già da tempo. I segni aggiuntivi imposti da Amedeo VIII ai figli si dicono in araldica “ brisure” o “ spezzature” e servono a indicare la posizione di un individuo in seno alla linea di successione, o di un ramo specifico all’interno di un’intera casata.

Il “lambello” in particolare è una figura geometrica, una sorta di rastrello, di norma a tre denti, che i figli primogeniti aggiungevano allo scudo famigliare, vivente il padre. Tutt’ora viene impiegato tra i principi ereditari delle case regnanti europee, come il principe di Galles e quello delle Asturie. I primogeniti dei Savoia ne facevano uso almeno sin dall’inizio del Trecento: troviamo la croce con lambello su affreschi dell’epoca a Susa, e sul sigillo di Edoardo, erede del Conte di Savoia, nel 1308.

Il Drapò sventola oggi su tutti gli edifici pubblici della Regione, accanto al Tricolore italiano e alla bandiera europea: lo stemma e il gonfalone della Regione furono adottati nel 1984, mentre il Drapò venne assunto a bandiera ufficiale e simbolo della Regione Piemonte nel 1995.

Bibliografia: Il Caffè Torinese- R. Marchina

Di Emerenziana Bugnone

Socia Monastica Novaliciensia Sancti Benedicti, volontaria culturale e accompagnatrice.

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