Oggi, 27 novembre, all’abbazia di Novalesa si fa memoria di San Giovanni Vincenzo, noto ai più per aver partecipato alla fondazione della Sacra di San Michele in Valle di Susa.
Nacque a Besate (MI) intorno all’anno 955, come risulta dagli esami medici effettuati nell’anno 2000 durante la ricognizione delle reliquie che hanno evidenziato un’età di circa 45 anni. Discepolo di San Romualdo di Camaldoli fu nominato 57º arcivescovo di Ravenna sotto papa Giovnni XIV nell’anno 983 con il nome di Giovanni X. Resse l’arcidiocesi tra il 983 ed il 998 nel corso dei decenni dove l’impero era governato dalla dinastia degli Ottone (I, II e III), della casa di Sassonia. In questo periodo, come risulta dalla storia di Ravenna, il Regno d’Italia fu unito a quello di Germania nell’ambito del Sacro Romano Impero, ed Ottone, uno dei principali Imperatori del Sacro Romano Impero pose proprio Ravenna come capitale. Visse nell’ultima metà del X secolo, periodo nel quale era forte la paura della fine del mondo con la fine del I millennio. Ma già negli ultimi anni del secolo, l’Imperatore Ottone aveva impostato le condizioni per la Rinascita dell’anno 1000.
Gerberto di Aurillac, suo successore sulla cattedra ravennate, fu nominato arcivescovo il 28 aprile 998, e Giovanni Vincenzo in quella primavera del 998 si ritirò eremita sul Monte Caprasio in Valle di Susa nelle grotte naturali presso l’abitato di Celle.
All’opera di san Giovanni Vincenzo, come scritto più sopra, si deve l’avvio della costruzione del grande monastero della Sacra di San Michele alla fine del X secolo.
La sua salma fu traslata nella chiesa parrocchiale di sant’Ambrogio di Torino attualmente chiesa di san Giovanni Vincenzo il 12 gennaio 1150 e da allora è patrono della comunità. Le sue spoglie riposano tuttora sotto l’altare maggiore della chiesa parrocchiale a lui dedicata. Ogni anno, la domenica più vicina al 12 gennaio, la comunità di Sant’Ambrogio di Torino celebra la festa della traslazione di San Giovanni Vincenzo con una processione ed una cerimonia all’edicola che ricorda l’arrivo delle reliquie del santo nel 1150.